1.Impressioni di Buenos Aires

Queste sono le mail che ho scritto ai miei amici durante il viaggio. Ce n'e' pure una, l'ultima, che non ho spedito, perche' per un grave problema il mio viaggio si e' interrotto bruscamente a Cordoba (per questo, non per follia, in 3 mesi non ho visto Iguacu').
Come al solito queste mail contengono anche cose poco interessanti per chi cerca semplicemente info di viaggio. In "Info Pratiche" ci sono informazioni sul viaggiare e nella sezione "Accomodations" gli alberghi e ristoranti dove sono stato.

2. Il mare e la Regione dei Laghi

VILLA GESELL

23.02

Ora sto a Villa Gesell, una cittadina di mare e pinete, erano anni che non vedevo un posto cosi'. Famiglie e giovani in quad, negozietti che vendono ceste di vimini, sedie di plastica ed ombrelloni, tutta la mia infanzia negli anni '70 che ritorna in continuazione come se ogni passo e ogni cosa fosse una sveglia di quando ero bambino.
Famiglie coi piccoli e la suocera, alcune che ridono, alcune che non si ricordano piu' perche' si sono incontrate, vestiti informali da sera, sale giochi, parrucchiere.

Non sono mai stato in una spiaggia cosi' affollata come questa, nemmeno le spiagge metropolitane del Brasile durante il weekend sono cosi' piene, e qui il weekend non l'ho ancora visto. Ma importa poco, per una volta non sto cercando spiagge ma cose che non conosco: montagne, ghiacciai, deserti.

E poi e' sempre l'Oceano Atlantico.
A molti non piace, perche' e' sempre mosso, l'acqua non e' trasparente e la sabbia non e' bianca. E come potrebbe l' acqua essere trasparente  quando anche quando il mare e' calmo le sue onde sono alte un metro?
A me e' sempre piaciuto moltissimo, sara' che a 17 anni ero fortunato a Rio de Janeiro, e durante il mio primo viaggio da solo, a Lisbona, prendevo quasi tutti i giorni il treno per Cascais e poi l'autobus per quella fantastica spiaggia che e' El Guincho, dove comanda il vento, e la bandiera rossa fa parte del paesaggio quotidiano.
Cosi' anche qui, quando mi butto nell'oceano e atrraverso le sue onde fredde, tutto il caos che ho attorno scompare.
Al contrario di quanto dice la pubblicita', mentre rabbrividisco e combatto con le onde dell' Atlantico, non c'e' piu' niente attorno a me.

Villa Gesell e' divisa praticamente in 2 parti ben distinte, e il mio albergo sta piu' o meno a meta', cosi' posso scegliere da che parte andare.
Se vado a sinistra  c'e' una cittadina di mare con negozi di palloni e sedie di plastica, ristoranti, bar, strade di sabbia e di boschi in cui si nascondono da una parte ville e da una parte il mare.
Se vado a destra sono nel turismo piu' assoluto, zone pedonali, boutiques, centri commerciali minimi di ogni tipo, fiere dell'artigianato (indiano, russo, peruviano...) e la sera artisti di strada, mimi, giocolieri, uomini statua e cantanti.
E una folla totale ed assurda a qualunque ora del giorno.
E puttoppo devo dire anche troppi, davvero troppi bambini che piangono in ogni dove.
Come tutti (o quasi) quelli che non hanno figli, i bambini piccoli mi piacciono quando sono degli altri e stanno zitti, e non e' questo il caso dei bambini argentini.
Ma anche amando follemente l'infanzia, i bambini di Villa Gesell sono davvero troppi e troppo sempre dappertutto.
(ma Rafael, il logistico di una delle squadre con cui correva l' MC12,
me l'aveva detto: vacci a marzo, che il tempo e' ancora buono e riaprono le scuole)

Anche in spiaggia e' praticamente impossibile avere pace.
Prima o poi qualcuno si mettera' a giocare a pallone, a techo (il nome me l'hanno detto ma non ho idea di come si scriva) o a racchettoni a un metro da dove voi, e allora sara' sabbia, urla divertite, palloni addosso e scuse e sorrisi.
L'unica e' accettarlo e divertirsi osservando questa umanita' cosi' densa e circolare.
Altra soluzione non c'e'.

Il corredo da spiaggia tipico dell'argentino medio sembra essere: attrezzatura per il mate, cibo per un reggimento, un pallone, un aquilone, racchettoni e i pezzi per il techo.
(e' simile alle nostre bocce ma si gioca con dei dischi di legno, forse perche' la sabbia e' dura e una boccia rotolerebbe a 3 km di distanza.)
La spiaggia e' anche spesso molto ventosa, ed e' un bene, perche' impedisce di infuocarsi al sole permettendo l'abbronzatura.
Questo pero' rende anche quasi impossibile giocare davvero a tennis, eppure gli argentini ci si dedicano con ostinazione, anche se non credo di avere mai visto nessuno riuscire a fare piu' di 2 palleggi consecutivi.
Ma non ha importanza, e' estate, si e' in spiaggia, si urla, si corre, si beve mate e si gioca.
Siamo tutti in vacanza no?

E' vero che erano anni e anni che non andavo in un posto cosi' (forse non ci sono davvero mai stato) ma mai come qui mi sembra chiaro il voler dimenticare, in maniera totale, definitiva e temporanea al tempo stesso, la vita che si fa durante tutto l'anno, come se ci fosse bisogno di
scaricare tutto quanto, lasciarsi andare, fare parte di una tribu' che fa le stesse cose, all stesse ore, con gli stessi riti quotidiani, per poi tornare nelle citta' a bestemmiare e a maledirsi in macchina prima di andare al lavoro.
E' un'immagine abbastanza cieca e forse anche un po' cattiva ma Villa Gesell mi da' questa sensazione.

    *        *        *

Arrivo a Villa Gesell che la luna e' piena, la mia prima notte a Buenos Aires era a meta' esatta.
Da quando mi sono fissato con le Missioni Apollo non riesco piu' a guardarla come luna degli innamorati, ma penso sempre ai 12 uomini che ci sono stati sopra.
(Chi dice che gli americani non ci sono mai stati, dopo un' analisi minima, sinceramente non merita attenzione.)
Guardo la luna piena e penso che non tutti sanno che e' un pianeta scuro, che riflette pochissimo la luce del sole, e che la sua polvere nera ha il colore della grafite e l'odore della polvere da sparo.
Provate una notte a guardare la luna piena e a dimenticare i licantropi, le maree e il primo bacio, e immaginate che qualcuno, umano, ci stia camminando sopra.
E' una meraviglia e non smettero' mai piu' di guardrala cosi' temo.
Forse ho perduto qualcosa, forse ho guadagnato qualcos' altro, chi lo sa.

    *        *        *

Necesita algo? - mi chiede la cameriera che sembra Gabriela Sabatini.

Libertad, le dico.

Te, vorrei dire.

Ma sorride comunque e per stasera e' abbastanza.

    *        *        *


Bevo anis, quando lo trovo, cioe' una specie di sambuca (niente a che vedere col leggendario anisone triduo eh) e ora scrivo dalla Veja Girafa, un bel locale, forse un po' buio - ma con wifi e buona musica, dove hanno la Sambuca Vaccari, che avevo gia' trovato anche nelle Filippine.
Ah, la globalizzazione, mi verrebbe da dire.

    *        *        *

I brasiliani pasteggiano a whisky on the rocks, i filippini mettono il ghiaccio nella birra, e gli argentini lo mettono nel vino.
E questo devo dire, a questo popolo che per ora mi sembra orgoglioso, entusiasta e cordiale,
non glielo perdono.

    *        *        *

Ma tutto sommato sono stato benissimo a Villa Gesell.
Ho fatto colazioni infinite, mi sono bruciato al sole in spiaggia, se pioveva leggevo Alatriste (non capiro' mai come da libri cosi' belli abbiano potuto tirare fuori un film cosi' ignobile).
Ho comprato ai saldi una camicia Rip Curl, perche' a 40 anni passati non so resistere all'abbigliamento da surfista, e mangiato piu' carne che negli ultimi 10 anni.
Ho pure provato la pizza argentina che e' un po' dappertutto e non e' male, anche se ha come al solito poco a che vedere con la pizza italiana.
Non mi sono ancora azzardato a provare la pasta, che invece e' piuttosto diffusa, e chissa' che in 3 mesi prima o poi, stanco di carne, non sperimenti un piatto di gnocchi.


28.02.08

BARILOCHE

Cazzo, ho fatto 18 ore di autobus.
Ma sono passate molto meglio di quanto pensassi, gli onibus cama (letto) argentini sono come stare su un aereo in prima classe, con una comodita' e un servizio davvero eccellente (persino whisky e champagne dopocena).
E quando c'e' luce, la Pampa, la Patagonia e la Regione dei Laghi sono talmente spettacolari che basta guardare fuori e il tempo vola via.
Al buio ho ascoltato Harry Potter sull' Ipod, un po' come un bambino che non riesce a dormire, e sopratutto a fumare.

Ora sto a Bariloche, nella regione dei laghi, proprio di fronte al magnifico lago Nahuel Hapi, uno
spettacolo d'acqua, boschi e montagne.
Piu' avanti probabilmente diventera' un'infernale stazione sciistica alla moda, ai primi di marzo e' ancora una cittadina turistica con un misto di anziani vestiti di rosa, i soliti adolescenti argentini in impeccabile divisa da skaters e backpackers sfiniti dal trekking.

    *        *        *

A Villa Gesell non mi sono chiesto "Cosa ci faccio qui?" ma "Cosa ci faccio qui per tutto questo tempo?".
Ho 3 mesi a disposizione e quindi posso prendermela comoda, e credevo di avere bisogno di mare e di riposo.
Cosi' era probabilmente, ma dopo un po' ho cominciato a sentire qualcosa che non andava.
Questo viaggio nasce dal fatto che sono rimasto disoccupato, e mi e' quindi sembrato normale partire per 3 mesi.
Ero anche stato da poco a Cracovia e a Madrid (il mio viaggio piu' assurdo, geograficamente parlando) in ferie, e allora avevo gia' in tasca il biglietto per Buenos Aires.
A mente fredda, forse qualcuno le ferie le avrebbe passate a casa, e una volta disoccupato qualcun altro avrebbe cercato lavoro.
Ho usato come scusa credo, il fatto che per la prima volta in vita mia stessi scappando.
Ora probabilmente mi accorgo che avevo soltanto bisogno di mettermi in viaggio.
Perche' quando salgo sull'autobus che dalla polverosa stazione di Mar del Plata mi portera' dopo quasi un giorno intero a Bariloche non smetto di sorridere.
E mi sento leggero, ed e' come se quello che vedessi con la coda dell'occhio mentre sono in movimento mi restasse di piu' di quello che fisso quando sto per troppo tempo immobile in un posto.
E' molto romantico ma col tempo puo' diventare un problema.
Non ho soldi per viaggiare finche' non mi stanco.

29.02

Oggi dopo aver comprato un biglietto per Puerto Madryn, nella Peninsula Valdes (il mio itinerario assume i connotati della follia ma cerco di evitare finche' posso di fare 36 ore filate di autobus) ho preso l'autobus n. 20, come mi aveva detto Tania, e mi sono fatto portare in montagna.
Tania e' una ragazza splendida che ho conosciuto sul bus e che ha smesso di interessarmi appena ci siamo scambiati informazioni sull'eta'.
Lei mi ha dato 35 anni invece dei miei 41, cosa per cui non smettero' mai di ringraziarla, io gliene ho dati 22, e quasi pensavo ne avesse 24.
Ne aveva 17, e 3 piercings sulla lingua.

Mi sono fatto lasciare dall'autobus  vicino al posto che noleggia mountain bike e chissa' che nonostante non ne sappia mezza di bicilette e fumi 40 Marlboro al giorno, non mi tuffi tra i boschi su 2 ruote.
(dopo avere chiesto a Scaglia la percentuale di tornare vivo da una spedizione simile)

Poi prima di tornare in centro, seguendo il consiglio del noleggiatore, ho preso la seggiovia che porta in cima al Cerro Campanario, dove c'e' un magnifico punto panoramico.
E' li' che vedo le montagne.
Me le ero dimenticate.
In questi anni ho sempre cercato citta' lontane, culture diverse, mari di onda, acque di cristallo e spiagge deserte.
Cosi' resto meravigliato dalla bellezza perfetta delle cime avvolte dalle nuvole, dall'acqua increspata del lago e delle lagune che si fa piu' chiara quando arriva a sfiorare le rive.
E dal verde di ogni verde dei boschi, che ancora non hanno cominciato ad ingiallire d'autunno.
E sono felice.

Anche se per poco riesco a dimenticare i legami e le radici che per quanto tu possa andare lontano non smettono di fare ombra ai tuoi giorni, e mi libero dalle schegge di passato che sembrano infilarsi appena tra le dita e invece poi viaggiano fino al cuore.
E si', sono felice.
E' un attimo, ma e' un attimo elettrico.
E non lo scordero'.

    *        *        *

In viaggio sogno, tanto, spesso.
A casa non sogno davvero mai.
Basterebbe questo forse come motivo per viaggiare.

bye bye bye

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2.Il mare e la Regione dei Laghi
3.Bariloche e Puerto Madryn
4.Verso sud, dove va a finire il mondo
5.Poco Cile, Torres del Paine, Ghiacciai
6.Santiago e Mendoza e via verso il Nord Ovest
7.Cachi e San Pedro de Atacama